| La storia di Finale è   straordinariamente ricca. Ogni epoca ha lasciato importanti testimonianze.Quelle   relative alla preistoria sono d'assoluto valore europeo; molti reperti,   ritrovati nei terreni delle numerose grotte presenti nel territorio finalese,   sono di straordinario interesse per ricostruire il modo di vita dei diversi tipi   d'Uomo preistorico. Dall'Homo erectus, al quale si deve la padronanza del fuoco,   all'Uomo di Neandertal, che per primo introdusse le pratiche di seppellimento   (la famosa sepoltura detta "del Giovane Principe", rinvenuta nelle Arene Candide   e datata a 25.000 anni fa, è considerata la più bella tomba paleolitica   europea), il finalese presenta per queste lontane culture il più ricco   repertorio italiano di siti e ritrovamenti scheletrici. Molto importanti sono   anche i repertori fossili del Paleolitico Superiore e Medio rinvenuti nella   Caverna delle Fate e nell'Arma delle Manie, ed il "cimitero" paleolitico (ben   quindici individui) scoperto nelle Arene Candide.Per quanto riguarda il   Neolitico, il Finalese abbonda di siti e reperti, tanto da far pensare a dei   veri e propri elementi "formativi" da qui diffusisi poi in altre aree. Sempre le   Arene Candide hanno restituito ceramiche, tazze emisferiche, vasi a fiasco e   ciotole sferoidali, recipienti, spesso decorati, asce, accette levigate,   industria su osso. 
 Moltissimi di questi reperti sono   conservati nell'importante Museo Civico ospitato nel complesso di S. Caterina a   Finalborgo.Infine va ricordato che da oltre un secolo, il territorio finalese   conserva, prima che fosse noto ogni altro complesso europeo d'arte preistorica,   centinaia d'incisioni rupestri realizzate su vaste superfici piane di roccia   (Ciappu de Cunche, Ciappu du Sa, Ciappu di Seji) che hanno fatto e fanno ancor   oggi discutere. Passando poi alle epoche successive, non mancano a Finale le   testimonianze pre-romane (Villaggio delle Anime, in località Perti), romane, che   trovano nel sistema della viabilità il proprio tessuto connettivo (Strade Romera   e Julia Augusta con i cinque ponti di Val Ponci), paleocristiane (la Pieve del   Finale, chiesa battesimale del IV secolo), e bizantine (Castrum Pertice, Castra   di Pia e Orco).
 
 In epoca medioevale, con la   formazione del Marchesato del Carretto, per molto tempo lo scenario della storia   finalese avrà come protagonisti i discendenti della dinastia degli Aleramici che   derivavano l'investitura dall'Imperatore. Il marchesato rappresentò a lungo un   cruciale elemento di discontinuità e di destabilizzazione nell'ambito dei   territori soggetti a Genova e lo scontro con la Repubblica culminò nella famosa   Guerra del Finale del 1447-1449 raccontata da Gian Mario Filelfo. Dopo un periodo   di massimo splendore, prosperità e fervore costruttivo (Castel Govone, Chiesa di   Nostra Signora di Loreto, San Sebastiano, Campanile di S. Biagio, Chiostri di S.   Caterina, Santuario di Pia) di "rinascita" del marchesato dopo le distruzioni   genovesi, le vicende del marchesato s'intrecciano alle lotte tra Francia e   Germania. A metà del secolo XVI Finale vive un periodo di decadenza (leggenda   nera di Alfonso II).Alterne vicende portarono nel 1602 alla vendita del   Marchesato alla Spagna. Finale diviene per un secolo un territorio strategico,   importante punto di sbarco, che permetteva il controllo del Nord Europa   attraverso lo stato di Milano. Gli spagnoli puntarono su nuove vie di   comunicazione (Strada Beretta nel 1666), una generale ristrutturazione del   sistema difensivo (rafforzamento di Castelfranco e Castel Govone, Forti di S.   Antonio e dell'Annunziata, Castel S. Giovanni). Non mancarono gli interventi nel   settore dell'architettura religiosa (nuova facciata di S. Giovanni Battista,   rifacimento barocco di S. Biagio, Chiesa e convento di S. Carlo, palazzi   signorili, Arco di trionfo). Questo fervore costruttivo unito al continuo   passaggio (ed alloggiamento) di truppe militari, costituì per Finale, un   condizionamento cruciale dal punto di vista economico e sociale.La dominazione   spagnola cessò nel 1707, in seguito alla crisi per la successione al trono di   Spagna apertasi con la morte di Carlo II (1700). Vicende alterne portarono alla   vendita del Marchesato a Genova (1713). Il passaggio sotto l'antico "nemico"   (non senza rivolte come quelle del 1730 e 1734) rappresentava la fine della   prosperità vissuta sotto la Spagna. Simbolo della fine di un'epoca è la   distruzione di castel Govone da parte dei genovesi nel 1715.
 Nel 1740 alla morte dell'imperatore Carlo VI, Finale è   coinvolta nelle vicende della guerra di successione austriaca che vede in campo   austriaci, piemontesi, inglesi contro Borboni, Francia e Spagna. La Pace di   Acquisgrana (1748) significa per Finale il definitivo assestamento sotto Genova.   Persa ogni particolare franchigia e protezione internazionale, Finale diventa da   questo momento in poi un normale centro di provincia, dipendente dal capoluogo,   e resterà solo formalmente marchesato fino al 1795, quando con l'arrivo dei   francesi seguirà le vicende della neo costituita Repubblica Ligure.
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