|  | Sei in: Home > Portofino > Genova  Genova: benvenuti   Foto: Marco Arrigoni
 
        
          
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            | La città di Genova: |  
            | Le origini della città di Genova sono antichissime e ancora oscure. Di certo       si sa che fu fondata dai Liguri, popolazione costituita da famiglie isolate       che si riunivano soltanto per difendersi dagli attacchi nemici. Il suo nome       pare derivi dalla parola celtica genua, adito o entrata, in quanto sbocco       sul mare e via d'accesso verso l'alta Italia e l'Europa centrale. La storia       della città ha avuto inizio nel 205 a. C., anno in cui il cartaginese       Magone, fratello di Annibale, la invase dal mare e la saccheggiò,       distruggendola, a causa della sua amicizia con Roma. Due anni dopo furono       proprio i Romani del pretore Spurio Lucrezio a portare a Genova 8000       lavoratori allo scopo di riedificare la città, ingrandirne il porto e       dotarla di una cinta muraria di protezione. Per questo motivo Genova restò       fedele a Roma e diventò il centro commerciale e marittimo della Liguria.       Rimasta indipendente, anche dopo le invasioni barbariche, per aver offerto       asilo politico ai profughi lombardi e al vescovo di Milano, Genova fu       conquistata e distrutta dal longobardo Rotari nel 641 e in seguito (773)       fece parte dell'impero di Carlo Magno, sempre godendo di notevoli privilegi.       Normanni e Saraceni ebbero spesso mire sull'importante porto ligure, tanto       che questi ultimi attaccarono la città in forze nel 934. Genova si difese       con coraggio e scacciò gli invasori, i quali però, a due soli anni di       distanza, raggiunsero la città con un flotta ancora più imponente, la       attaccarono, la saccheggiarono e fecero numerosi prigionieri. I Genovesi non       si diedero per vinti e inseguirono i Saraceni fino all'isola dell'Asinara,       ritornando in possesso dei beni e liberando i prigionieri. Il Medioevo è un periodo importante per la città, soprattutto per un evento       storico eccezionale: le crociate. Intraprendenti e coraggiosi, i Genovesi       parteciparono alle spedizioni in Terrasanta con notevole impeto, spinti       anche dal desiderio di conquistare nuovi mercati in Oriente. A guidarli fu       Guglielmo Embriaco (1099) che con la sua intelligenza contribuì       efficacemente all'espugnazione di Gerusalemme. Nel 1155 Genova edificò una       nuova e più imponente cinta muraria per difendersi da possibili attacchi di       Federico I di Svevia, detto "il Barbarossa", il quale nel 1062 venne a patti       con la città in cambio di un aiuto contro i Normanni. Nuove imprese furono       inoltre attuate dai Genovesi contro i Mori di Spagna e di Barberia, imprese       che si conclusero nel 1231 con le vittoriose battaglie di Almeria e Majorca.       In questo periodo e fino al 1339, anno in cui fu eletto doge Simone       Boccanegra, Genova fu caratterizzata dall’instabilità politica causata dalla       rivalità fra le numerose famiglie nobili della città, ciascuna delle quali       aveva una piccola porzione dell'abitato con i suoi palazzi, la sua piazzetta       e la sua chiesa. Si passò così, alternativamente, dalla "Compagna" comunale       ai consolati, dai governi dei podestà stranieri a quelli dei dogi, sempre       sotto gli altalenanti protettorati di Milano e della Francia. Nonostante       ciò, comunque, Genova rimase sempre uno dei massimi centri commerciali ed       economici d'Europa, grazie al suo popolo di navigatori e di mercanti       appassionati e spregiudicati.
 '500/'800: DAL "SECOLO DEI GENOVESI" ALL'ANNESSIONE AL PIEMONTE
 Il Cinquecento è anche noto, nella storia d'Europa, come il "secolo dei       genovesi". In questo periodo, infatti, la potenza finanziaria della città e       la sua situazione politica erano tali da farne una vera e propria potenza di       livello europeo, capace di prestare denaro ai maggiori governi, dalla curia       romana all'impero spagnolo, alle grandi corti europee. Tutto ebbe inizio nel       1528, quando Andrea Doria, detto "il Principe", stanco di servire la       Francia, che aveva allora la sovranità su Genova, si appoggiò all'imperatore       Carlo V, allestì una flotta di dodici galee e conquistò la sua città. Da       quel momento iniziò un periodo di grande splendore e ricchezza per "la       superba", anche grazie a una ritrovata tranquillità politica e       all'eliminazione delle numerose fazioni avverse che da tempo si contendevano       il potere. Dal 1528 al 1797, anno della definitiva caduta della Repubblica       di Genova, non si ebbero più dogi perpetui, ma ogni doge stava in carica due       anni. Ricca, importante e libera, come sempre aveva voluto essere, nel       Cinquecento Genova si abbellì di straordinari edifici e di opere d'arte di       grande valore. Lavorarono in città figure artistiche di grande livello come       Pierin del Vaga, Galeazzo Alessi, Luca Cambiaso e Rubens. Del 1626-32 è       l'edificazione dell'ultima e più possente cinta muraria genovese, progettata       fra gli altri da Ansaldo de Mari e G.B. Baliani, eretta per proteggere       efficacemente la città dalle preoccupanti aggressioni dei Savoia. Pochi       decenni più tardi (1684) Genova fu oggetto di un bombardamento via mare da       parte dei Francesi, mentre nel 1815 cadde sotto il potere del Regno di       Sardegna.
 XIX E XX SECOLO: DALL'UNITÀ D'ITALIA AL SECONDO DOPOGUERRA
 Durante tutto l'800 Genova vive un periodo di opacità, soprattutto dal punto       di vista intellettuale, culturale e finanziario, ma nei salotti delle ville       del genovesato iniziano a farsi breccia quei discorsi di libertà       fondamentali per la nascita dell'Italia unita. Mazzini, Garibaldi, Cavour,       questi i nomi dei personaggi storici che hanno dato vita all'unità del       Paese. La storia successiva della città è strettamente legata a quella       d'Italia, con lo scoppio della prima guerra mondiale, l'avvento del fascismo       - con la realizzazione della Grande Genova (1926) – e con il secondo       conflitto mondiale del quale la città porta ancora tracce indelebili. Nel       '900 Genova perde un po' del suo carattere prettamente mercantile e, in       particolare nel secondo dopoguerra, si rivolge, non senza reticenze,       all'industria. Sorgono ferriere, acciaierie, industrie di base e       zuccherifici, mentre riprende vigore l'importante settore della       cantieristica navale. L'industria pesante resta comunque la più importante       per tutta la seconda metà del secolo. In questo periodo la città si espande       occupando le due valli laterali, Bisagno e Polcevera, e la costa, e       raggiungendo, negli anni Trenta, i 239 kmq.
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